La capacità di aiutare le persone e le organizzazioni a superare sé stesse.
Parliamo di comando: chi è un buon capo e come si deve comportare per guidare in modo fermo e savio la propria azienda?
Partiamo da autogestione e autocontrollo. Prima di tutto, bisogna essere in grado di gestire noi stessi in ogni occasione, prima di poter pensare di mettersi alla guida di altre persone. Si deve quindi essere bravi a organizzare la propria vita e di non lasciarsi andare (troppo spesso) alle emozioni. Questo non significa diventare disumani o trattare i collaboratori come cose o come numeri ma, per esempio, “alterarsi” senza per questo dare in escandescenze o “andare fuori dalle righe”. Ricordate il nostro approfondimento su come gestire dei conflitti in azienda, vero?
Una seconda cosa da trattare quando si parla di comando: vivere il tempo e le cose in modo intenso, anche le proprie. Anche in questo caso, non si deve diventare frenetici e paranoici riempendo ogni secondo della propria giornata con una cosa da fare. Visto che il tempo è una risorsa finita e limitata, però, dobbiamo utilizzarlo per cose importanti e intense, non sprecarlo in inutili futilità. Queste cose ci faranno stare bene e ci arricchiranno creando spunti e occasioni per nuove esperienze, essere persone migliori, capi migliori.
Chi detiene il comando non deve dimenticare inoltre che meglio di una buona idea c’è una buona idea che diventa progetto e poi realtà. Ideare, progettare, costruire ci consente, ogni volta, di superare noi stessi.
Attenzione, però: qualunque cosa deve essere “venduta”. Che si tratti di un’idea, un prodotto o un servizio, bisogna, in qualche modo, venderlo, essere persuasivi. Non come un imbonitore (“venghino signore, non per diecimila lire, non per nove, non per otto – spostati ragazzo, lasciami lavorare…”) ma affinando la propria capacità di spiegare, di comunicare, di dare enfasi alle cose. Sono i sogni che si vendono, le visioni, non le pentole.
Non dimentichiamo mai il valore del lavoro di squadra: sono necessarie comprensione, abilitazione, incoraggiamento, non la frusta per far correre più velocemente la squadra. La collaborazione è sempre vincente rispetto alla competizione.
Un buon capo, infine, è quello che si mette al servizio degli altri. Non il despota che batte i pugni sul tavolo irritando i suoi collaboratori e, magari, contribuendo a rompere il computer che c’è posato sopra. Creando così un nuovo problema piuttosto che risolverne uno vecchio.
…le persone che si occupano di sistemi informativi sono umanisti, non tecnici.