Nessuno nasce con qualità straordinarie che lo trasformino in un capo speciale, che è molto più di un “capo” o un “buon capo”. Se qualche qualità può essere sufficiente per fare un “buon capo”, per diventare “straordinario” ci vuole qualcosa di più. Vediamole insieme.
La Presenza
E’ fondamentale essere presenti, ovvero avere costantemente coscienza di sé ed avere sempre il polso di chi ci sta attorno e di cosa possa condizionare noi, le nostre decisioni e i nostri collaboratori. Soprattutto si deve avere sempre chiaro che tutte le cose che facciamo hanno un impatto, nel bene o nel male, sulle persone che ci circondano: il capo ha un forte potere di condizionamento che deve essere modulato con attenzione e rispetto.
La Chiarezza
Un capo deve essere chiaro, sempre: quando chiede, quando sollecita, quando redarguisce. In ogni momento la chiarezza e la franchezza sono importanti, così che non si generino incomprensioni che vanno sempre a danno dei rapporti e del lavoro.
La Competenza
Un altro fattore importantissimo è, come dice il titolo, la competenza. Questo ovviamente non significa che si debba saper fare nel dettaglio il lavoro che si dirige, altrimenti si diventerebbe dei super tecnici costantemente occupati nell’aggiornamento, ma si deve conoscere molto bene l’argomento che si sta trattando: sapere che cosa si possa fare, come farlo e quanto tempo ci voglia. Si deve comunque essere competenti a tal punto da poter dare indicazioni in modo autorevole e che non si rivelino fallaci.
La Sicurezza
Un capo deve essere sicuro di sé e infondere sicurezza nelle persone che lo circondano. Inevitabilmente la fiducia e la competenza vanno a braccetto, non può esserci l’una senza l’altra. Un capo preparato ma che non è in grado di trasmettere con sicurezza le proprie idee costituisce un problema, così come costituisce un problema un capo che con grande sicurezza trasmette informazioni non veritiere. Un tipico esempio di quest’ultimo caso sono i politici che, normalmente, sono molto assertivi e trasmettono con grande sicurezza messaggi che non stanno nè in cielo nè in terra. Pessimi capi. Presentare le proprie idee con sicurezza e in modo spigliato, corredandole di storie di contorno, aiuta molto a distendere l’ambiente e far passare i messaggi, ma si deve essere sicuri, competenti e anche un po’ istrionici.
Il Coraggio
Alla fine una decisione deve essere presa. Il capo non può essere un perenne “tentennare” che non prende mai una decisione, che la procrastina o che aspetta che passi di moda, ma deve prendere le decisioni giuste al momento giusto. Essere coraggiosi non significa essere temerari per cui “o la va o la spacca” e si decide una direzione piuttosto che un’altra. Il rischio deve essere calcolato ma, ad un certo punto, si deve prendere in mano la situazione e attraversare il Rubicone. Magari, se lo condizioni lo richiedono, anche alla chetichella come fece Giulio Cesare, ma si deve guadare.
La Collaborazione
E’ una componente fondamentale: collaborare e stimolare la collaborazione sono caratteristiche tipiche dei capi eccezionali, perché è dalla collaborazione che si ottengono i risultati migliori e non dalla competizione. Ci si deve prendere cura delle persone che (guarda caso) collaborano con noi cercando di creare situazioni dove tutti possano trarre vantaggio sia da quello che fanno, sia da quello che offrono agli altri. “Noi, i nostri collaboratori, i nostri clienti”, tutti devono stare bene ed è fondamentale esprimere soddisfazione per il lavoro svolto dalle persone che lavorano per noi e attorno a noi.
L’Allegria
Non stiamo andando al patibolo e, anche se ci stessimo andando, vogliamo rovinarci così gli ultimi istanti? Lo spirito positivo e l’allegria sono caratteristiche delle quali tenere in debito conto: un capo che riesce a creare un ambiente positivo e allegro, consentirà ai propri collaboratori di affrontare con leggerezza anche i compiti più gravosi. Tutti insieme: “Oh-issa!”, poi andiamo a ridere e a prenderci una birra. Lo “spirito positivo” aiuta a superare qualsiasi ostacolo.
La Creatività
Ogni azienda tende a svolgere i compiti “di ieri”, ma lasciare spazio alla creatività, essere creativi è importante per poter innovare e rinnovare. Il capo, oltre ad avere una creatività sua propria, dovrebbe incentivare e consentire lo sviluppo di quella dei suoi collaboratori. Ciò non significa che ogni idea strampalata debba essere messa in atto, ma è dalle idee nuove che nasce il progresso: non ascoltarle, non incentivarle, stroncarle sul nascere è un danno per tutti.
La Determinazione
Un capo è determinato nel raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. Non significa essere testardi, duri, privi di elasticità o arroganti, ma aver ben chiaro dove si voglia arrivare e perseguire il risultato con un impegno costante nel tempo, motivando adeguatamente la squadra che è al proprio seguito. Vedere determinazione nel proprio capo aiuta i collaboratori ad essere squadra e ad impegnarsi a loro volta nel raggiungimento del risultato.
Il Servizio
Il capo non è una candela che, con una flebile fiammella, più o meno rapidamente si consuma fino a spegnersi e poi si dimentica, ma è come una torcia che illumina la strada e contribuisce al raggiungimento del risultato consentendo agli altri di fare la loro parte, dando loro gli strumenti e la possibilità di costruire qualcosa di duraturo e che costituisca “crescita” per la squadra intera. Il capo è una guida ma non è un tiranno: mette al servizio della squadra la sua competenza e la sua capacità di portarla al raggiungimento dell’obiettivo.
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