Sì, lo sappiamo… Per le persone “normali” sono appena passati la Pasqua, il 25 aprile, il Primo maggio. Per molti altri, però, il pensiero del Natale inizia già ad avere una certa consistenza.
Nelle aziende di una certa dimensione, a luglio si cominceranno a scegliere i gadget da far pervenire come come cadeau ai propri clienti e amici più affezionati. Per allora, le aziende che li commercializzano dovranno aver già preparato i cataloghi e quindi aver già deciso che cosa proporre al mercato.
Tenendo conto che la pubblicità di Natale, avendo superato lo scoglio del 2 novembre, inizia i primi di ottobre, entro tale periodo le merci dovranno essere disponibili nei magazzini, se non addirittura essere già distribuite nei negozi. Insomma, per il settore della logistica giugno, luglio e settembre sono già, in un certo senso, Natale.
Ovviamente, non per questo tutto il resto si deve fermare. Anzi! Tutto continua e può capitare che si verifichino ritardi e si
accumulano consegne. Fino ad arrivare al parossismo in prossimità del Natale, quando non sono infrequenti richieste del tipo:
“Fammi questa consegna, è un traffico regolare di 1000 container all’anno e vedrai che l’anno prossimo te lo do”
“Potresti consegnare il 24 Dicembre alle 23.59”?
“Ti lascio le chiavi sotto lo zerbino, che il nostro personale smonta alle 15”.
Ogni anno accadono situazioni e imprevisti bizzarri, frutto apparente della più totale disorganizzazione e della mancanza di pianificazione. Eppure il Natale arriva tutti gli anni da parecchio tempo: dovremmo saperlo che il 25 dicembre è Natale.
E invece no. Puntualmente, si verifica il disastro: affannose richieste di consegne di merce containerizzata, i courier che cercano disperatamente manodopera per poter far fronte al picco di lavoro e così via. Noi di STScasu lo sappiamo bene come funziona.
Spesso mi chiedo se non sia possibile, in qualche modo, trovare una via per mitigare questa situazione dai caratteri iperbolici. Non dico addirittura di risolverla, ma di moderarla almeno un po’. Ovviamente, non ho una risposta. Magari fosse!
Eppure, sono convinto che i sistemi di analisi basati sull’intelligenza artificiale e i sistemi di pianificazione affini a quelli che si usano nell’industria possano, in qualche modo, fornire delle risposte. Queste, unite alla collaborazione piuttosto che alla competizione tra aziende, potrebbe ridurre in modo considerevole l’effetto del picco natalizio di richieste.
Voi che cosa ne pensate?