Eccoci al terzo capitolo del nostro approfondimento mensile, curato dal consulente STSCasu Alessio Ferretti, sulla risoluzione dei conflitti in azienda. Oggi parliamo di rabbia, reazioni istintive e analisi transazionale.
Quando ci si sente ribollire il sangue, attenzione! È il momento di tenere sotto controllo le proprie reazioni. Soprattutto se iniziano a portare in un terreno pericoloso, un campo minato dove una deflagrazione avrebbe conseguenze disastrose.
Quando si reagisce in modo istintivo, succede spesso che non si pensi a come si risponde, con effetti imprevedibili e che potrebbero recare un danno irreparabile alle nostre possibilità di successo nel comporre la questione in modo favorevole. O anche solo comporla.
Se si decide di prendere posizione in una situazione conflittuale, si deve cercare di capire quali siano le caratteristiche del nostro interlocutore, il modo in cui normalmente reagisce agli stimoli e alle alternative possibili a nostra disposizione.
Prima di tutto… cerchiamo di non reagire subito. Respiriamo, prendiamoci un po’ di tempo. Dobbiamo avere un minimo di spazio temporale davanti a noi per capire bene quale possa essere la nostra posizione e decidere sul da farsi, che cosa dire e come.
Respira e… fai un’analisi transazionale
Nel libro Games People Play, Eric Berne espone le sue idee sull’analisi transazionale. Qui l’autore ci racconta con dovizia di particolari gli stati dell’Io, di genitore, adulto e figlio, che in qualche modo, si attraversano passando dall’uno all’altro quando si tratta con gli altri. Un interessante spunto di lettura e di riflessione che può essere prezioso tanto nella risoluzione dei conflitti a lavoro quanto nell’affrontare questioni personali. Che, come abbiamo detto qui, possono incidere eccome anche a livello professionale.
È evidente che se si riesce ad entrare in uno stato adulto e, soprattutto, a mantenerlo, sarà molto più probabile calare i problemi nel contesto, analizzarli serenamente e fare scelte più appropriate.