Con il crescere dell’esperienza su come affrontare situazioni conflittuali è sempre utile fare un po’ di introspezione. Per capire come gestire la composizione dei conflitti a lavoro, bisogna prima comprendere come risolviamo queste situazioni nelle relazioni che abbiamo tutti i giorni. Il nostro successo nell’aiutare gli altri e nel gestire i dissapori, infatti, dipende anche dal nostro grado di consapevolezza e di come noi medesimi li affronteremmo.
La prima fase, quindi, è quella in cui si diventa consapevoli di una situazione conflittuale. Poi, la si riconosce nei suoi modi e nelle sue forme e solo a quel punto si può provare ad agire per comporla. Imparare a gestire e a comporre le situazioni conflittuali è anche un modo per rafforzare le proprie capacità di leadership.
Ovviamente, vi sono anche casi nei quali la “composizione amichevole dei dissapori” non funziona.
Come già detto, bisogna ben valutare quali siano le alternative e dove possano portare prima di agire. In molti casi si rende necessaria una consulenza legale, anche e soprattutto prima che il conflitto esploda davvero in un tribunale. Questo permetterà di capire se la propria posizione sia forte o se vi siano dei punti di debolezza ai quali prestare cautela. È necessaria una consultazione con degli esperti in materia, prendendo anche in considerazione l’eventualità di modificare i propri obiettivi.
Per esempio, si potrebbe decidere di avviare un’azione legale per dare l’impressione che non si abbia tema alcuna di prendere una posizione rigida e dura. Perché la composizione dei conflitti a lavoro, a volte, passa anche per una presa di decisione salda, a dispetto di un atteggiamento troppo accomodante o intimidito.
Prosegui la lettura del nostro approfondimento, firmato dal consulente STSCasu Alessio Ferretti, sulla gestione dei conflitti a lavoro.