Essere facilitatori.
Tanti di noi hanno avuto la sfortuna di lavorare in un ambiente tossico durante un qualche periodo della vita lavorativa. Un ambiente nel quale non “ci si parla”, le relazioni si guastano e si interrompono e la gestione del lavoro diventa difficile anche nelle piccole cose.
I problemi hanno una loro evoluzione, non sono statici, pertanto, facilitare conversazioni aperte è un principio fondamentale.
Ciò che inizia come un problemino si trasforma in qualcosa di catastrofico che può avere una influenza in ampi settori dell’azienda coinvolgendo magari diversi reparti. Però, se vengono incoraggiati canali di comunicazione aperti, spesso i problemi possono essere affrontati risolti, in prima istanza, anche solo mantenendo la serenità nel personale e nella direzione.
Diventare un responsabile a qualunque livello può far cadere molte persone nella trappola di parlare “ai” propri collaboratori invece che “con” loro, dimenticando che è il reparto che spesso ha ottime idee bastate su una conoscenza del lavoro molto approfondita, maggiore anche di quella dei dirigenti.
Per esempio, potrebbe esserci una procedura o un una soluzione tecnologica che, invece di aiutarlo, sta ostacolando un reparto anche al punto di fargli mancare le scadenze; senza un interscambio adeguato, i responsabili [inefficaci] tendono a saltare alla conclusione che il loro reparto non si stia impegnando a sufficienza.
Un ricco scambio di idee facilita invece decisioni aziendali intelligenti che, magari, portano alla modifica delle procedure o nuovi investimenti tecnologici per rimuovere il problema.
Un “vero responsabile” parla con tutti, indipendentemente dal livello gerarchico nel quale è posizionato l’interlocutore.