Abbiamo sempre fatto così (per i non Genovesi).
Un giorno, neanche tanto tempo fa, in un paese vicino, un ragazzo ha proposto una modifica del tracciato della processione religiosa che si tiene ogni anno in occasione della festa patronale del paese.
Ogni anno lo stesso percorso, ogni anno la banda suona “Noi vogliam Dio” per le strade del paese, ogni anno si “portano i cristi” . Ogni anno, ogni anno, ogni anno.
La proposta ha fatto gridare allo scandalo: “La Tradizione lo vuole!”, “Abbiamo sempre fatto così!”, “Il percorso è già stato cambiato per forza trent’anni fa a causa del cataclisma!”. Il risultato è stato che questo ragazzo, pieno di buone intenzioni, è stato sostanzialmente bandito da ogni attività parrocchiale e la processione ha seguito il medesimo percorso.
Questa descrizione un po’ romanzata di fatti realmente accaduti mi ha fatto pensare a diversi fatti ai quali non si pensa spesso, per esempio che la tradizione ha avuto un inizio: prima non esisteva e poi, a causa di qualche evento, qualcuno si è “inventato” di ricordarlo ogni anno. La “tradizione di fare una cosa” ha cambiato la “tradizione di non far nulla” in quello specifico giorno.
A questo punto mi viene anche da pensare che, come è successo a causa di eventi esterni ed ineluttabili, una tradizione si possa cambiare: invece di passare di qua, si passa di là; invece di usare il telex si usa il fax o, da trent’anni a questa parte, la posta elettronica (forse è il caso di iniziare a pensare ad utilizzare qualcos’altro).
Allora vuol dire che rimanere ancorati alle tradizioni, che sono frutto della nostra fantasia e sono una “invenzione” nata in un certo momento storico, impedisce il progresso.
Se non cambiamo le tradizioni come potrà esserci progresso?